Gometra nasce già nel 1925 con un motore ausiliario. Sul Lloyd Register è indicato una motore bicilindrico a paraffina con 3 1/2'' di alesaggio e 4 3/4'' di corsa della The Bergius Co. Ltd. L'azienda era nata all'inizio del 900 come industria di auto ma dopo poco riconvertita in motori marini. Era il periodo della conversione in motori a combustione interna di tutte le barche da pesca fino ad allora a vela o a vapore, affari d'oro! Di piccola taglia ne fece alcuni modelli che poi elaborò e convertì in benzina-paraffina come in questo caso. Oggi quel che resta dell'azienda si chiama Kelvin Diesel e fa ancora motori marini di discreta potenza.
Dopo alcune ricerche si è giunti alla conclusione che il modello installato originariamente su Gometra fosse il Kelvin Poppet Valve Model 6/7, ossia un motore che oggi verrebbe definito bi-fuel, in quanto si trattava di un semplice motore a paraffina che necessitava però di un avviamento a benzina per portarlo alla temperatura richiesta.
Al momento del suo ritrovamento Gometra montava un motore diesel Yanmar da 35 cavalli che si presentava in cattive condizioni e dopo un controllo si rivelò ormai inservibile allo scopo. Fu allora che balenò l'idea di dotare Gometra di una propulsione innovativa che comprendesse una componente elettrica per avere una modalità di navigazione pulita.
Era l'ormai lontano 2008 e le tecnologie ibride cominciavano ad avere un certo peso nell'ambito dell'automotive, tuttavia le soluzioni nel campo della nautica di piccole dimensioni erano ancora molto rudimentali e soprattutto non adatte all'installazione su una vela d'epoca. Venne quindi l'idea di affidarsi ad una propulsione completamente elettrica con la piena consapevolezza che questa scelta avrebbe imposto necessariamente un rispetto fedele all'aggettivo "ausiliaria". Il motore, qualunque fosse, sarebbe dunque servito alle manovre e a compiere brevi spostamenti, non sicuramente per lunghe navigazioni come invece si tende a fare sempre di più nella nautica moderna.
La scelta ricadde su un motore in corrente continua per la semplicità dell'impianto di alimentazione e le ridotte potenze richieste. Altri elementi valutativi furono la leggerezza e le dimensioni ridotte per adattarsi alle geometrie interne dello scafo di Gometra. Tutto ciò condusse all'individuazione del motore L-200 D135 RAG della Lynch Motor Company Ltd di cui si allegano il disegno e le caratteristiche tecniche.
Una volta intrapresa la strada della propulsione elettrica si è scelto di non fare uso di un generatore endotermico per la produzione dell'energia necessaria, questo nell'ottica di mantenere il sistema completo carbon-free e perché tale soluzione avrebbe parzialmente inficiato gli sforzi per la riduzione di peso e rumorosità.
Per alimentare il motore elettrico si è deciso quindi di affidarsi esclusivamente all'energia immagazzinabile in un banco di batterie. Tuttavia per l'alimentazione del motore elettrico è necessaria una fonte di energia decisamente più consistente delle normali batterie dei servizi installate sulle unità da diporto, per questioni di densità energetica, di ingombri e di peso si è optato per la scelta delle tecnologia al litio. Il prodotto attualmente più avanzato in questo campo per applicazioni marine è risultato essere la gamma agli ioni di litio della Mastervolt.
Il motore scelto necessita di un'alimentazione a 72 Volts pertanto la soluzione scelta, compatibile per ingombri e capacità, è quella di installare tre batterie Mastervolt MLI Ultra 24/5000 in serie.
Per mantenere l'impianto quanto più possibile ad emissioni zero è stato deciso di non dotare Gometra di un generatore endotermico, per ricaricare il banco di batterie ci si affiderà esclusivamente ad energie rinnovabili generate a bordo o all'allacciamento alla rete elettrica in banchina. In particolare le fonti di generazione energetica saranno:
- Generatore Eolico SILENTWIND
- Pannelli Solari
- Generazione tramite trascinamento dell'elica durante la navigazione a vela
In base ad alcuni calcoli teorici sulla resistenza di carena e sulla curva di funzionamento dell'elica è stato possibile ricavare la potenza richiesta al motore. Considerando una profondità di scarica dell'80% delle batterie ed un ulteriore margine del 20% sulla potenza richiesta, scelto cautelativamente per includere imprecisioni di calcolo e le perdite non quantificabili, è stato possibile ricavare una stima quantitativamente attendibile dell'autonomia che Gometra avrà a motore.
I risultati ottenuti sono rappresentati nel seguente grafico in termini di ore e miglia di navigazione in funzione della velocità di crociera.